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Kriya della compassione

POSTURA: sedersi in posizione di riposo con la colonna vertebrale dritta.
MUDRA: Incrociare le dita di Saturno (dita medie) sulle dita di Giove (indici) di ciascuna mano. Posizionare i pollici sui monti di Mercurio, che si trova proprio alla base del mignolo.
Occhi chiusi.
MANTRA: cantare con una versione lirica di Rakhay Rakhanahaar.
MOVIMENTO:
(a) Sulla prima riga del mantra, portare le mani in alto e premerle sul petto, un palmo sopra l’altro.
(b) Alla seconda riga del mantra, abbassare le braccia in modo che i polsi poggino sulle ginocchia.
Continuare ad alternare in questo modo, ma con le mani al petto per l’ultima riga che si ripete due volte. Poi abbassare brevemente e rialzare per la prima battuta.
(a) Rakhay rakhanhaar aap ubaariun
(b) Gur kee pairee paa-eh kaaj savaariun
(a) Hoaa aap dayaal manho na visaariun
(b) Saadh janaa kai sung bhavjal taariun
(a) Saakat nindak dusht khin maa-eh bidaariun
(b) Tis Saahib kee tayk naanak manai maa-eh
(a) Jis simrat sukh ho-eh saglay dookh jaa-eh (a) Jis simrat sukh ho-eh saglay dookh jaa-eh
(Abbassare brevemente le mani e poi continuare).
TEMPO: 31 minuti

COMMENTI: L’unica cosa bella che ti rende umano è la compassione. Pensa alla vendetta, alle bugie, alla verità, a Dio, alla grandezza, pensa a qualsiasi cosa, se ne togli compassione, tutto diventa amaro. La compassione è un valore della vita; è potere; è Dio e meditazione; è vero. La compassione ti dà la forza di affrontare la sofferenza e tuttavia non provare dolore. Non c’è assolutamente grazia senza compassione.

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