Morire come si vive: Karma, Dharma e Reincarnazione

Vi siete mai chiesti quale sia l'”aldilà”? Vi preoccupate della “morte” per voi stessi o per i vostri cari? Avete avuto una persona cara che è venuta a mancare? In questa esperienza umana, non possiamo essere liberi se non affrontiamo queste domande e viviamo la nostra vita nella consapevolezza della forza trasformativa ultima della morte.

“La tradizione yogica può essere paragonata simbolicamente a un trenino, i cui binari hanno la forma di un otto. Il lato sinistro del cerchio è contrassegnato dalla VITA e il lato destro dalla MORTE. L’intersezione al centro rappresenta il passaggio dalla vita alla morte e dalla morte alla vita. Noi siamo il treno, con il motore che è la nostra anima e i vagoni attaccati che accompagnano il corpo fisico, la mente e le emozioni per quella vita. Al treno è collegato anche il nostro bagaglio o karma per il viaggio. Lungo i binari incontriamo delle sfide, opportunità di crescita e di cancellazione dei nostri karma. Se superiamo le prove, potremmo essere in grado di abbandonare il bagaglio/karma lungo il percorso. In caso contrario, potremmo dover raccogliere altri bagagli. L’unica cosa costante è il motore, la nostra anima, che viaggia con noi di incarnazione in incarnazione. La missione finale del viaggio è quella di pagare il proprio karma, in modo che l’anima possa fondersi consapevolmente con l’Infinito”.

Jivan Joti Khalsa PhD D

Questi tempi ci stanno scuotendo per svegliarci. È tempo di passare alla piena trasformazione; auto-responsabilità in tutto ciò che diciamo, pensiamo e facciamo. Di momento in momento, scegliamo le nostre vite e quando affrontiamo il nostro karma e la nostra eventuale morte con trasparenza e integrità, può essere il vero carburante che ci dà una vita appagante; libero dalla paura, pieno di meraviglia e apprezzando ogni momento prezioso di questa vita che abbiamo davanti a noi. C’è così tanto potere quando ci riuniamo e ci rinnoviamo con questa consapevolezza trasformativa.